CURINGA E BONETTI DAL CIVS ALLA VITTORIA NELLA EGP 600

Vincere al Mugello è qualcosa di magico. Salire sul podio dei tracciati più belli del mondo è senza dubbio un’emozione forte. Se a ciò aggiungiamo che a stappare lo spumante della Endurance Gp classe 600 sono stati due piloti quasi astemi da gare in pista, il valore si moltiplica. Francesco Curinga e Stefano Bonetti sono riusciti nell’impresa. I due pluri campioni della salita hanno corso qualche gara in pista in passato e sono tornati nell’ultima prova dei Trofei Wheelup Motoestate, che avevano disputato a spot anche nelle precedenti stagioni. Poi dopo l’esperienza di Franciacorta hanno deciso di cimentarsi nella Endurance Gp, nuova categoria che si disputa nel weekend della 200 Miglia.

L’idea di provare una gara nuova, lunga 23 giri, in coppia li ha portati a iscriversi: un po’ per correre al Mugello e soprattutto per correre le cinque gare nell’arco di un anno (dal maggio 2015 al maggio 2016) che vengono richieste per disputare il Tourist Trophy all’Isola di Man. Perché se Bonetti è ormai uno dei protagonisti dell’Isola dei Folletti, Curinga debutterà il prossimo anno. E così eccoli al via sul tracciato del Mugello e subito vincenti.

Veniamo dalle strade della Salita però anche in pista ci stiamo prendendo gusto – racconta Francesco Curinga- Ci siamo divertiti sia a Franciacorta che al Mugello. Belle formule e nemmeno costose per essere in pista. E se organizzerete qualche gara prima del TT ci sarò.”

Proveliberemoto

Siete venuti al Mugello e avete vinto.

E chi se lo aspettava. Io ci avevo corso una volta dieci anni fa, Stefano non l’aveva mai vista. Siamo entrati con l’obiettivo di divertirci senza fare danni e siamo cresciuti durante il weekend. Il tempo in pista è stato parecchio.

Abbiamo disputato le prove libere, alla fine un turno di ufficiali a testa, il warm up e la gara. Tanto. tempo in sella dove devi stare attento ai consumi, a non commettere errori. Al sabato abbiamo ottenuto il quarto crono, secondi di categoria. Già lì eravamo contenti. Figurarsi la domenica.

Poi il bello della gara. Lo spirito di squadra viene fuori. Aspetti il tuo compagno, guardi la gara, tifi. E poi il cambio pilota e rifornimento. Noi lo abbiamo fatto alla vecchia maniera: imbuto e tanica. Perdi più tempo e infatti gli altri avevano sistemi più rapidi, ma alla fine ce l’abbiamo fatta. Inoltre devi stare attento anche all’usura delle gomme perché in 23 giri si consumano. Così bisogna guidare accorti, alzare i tempi per non rischiare, come ha fatto Stefano. Una bell’approccio all’Endurance. La distanza è giusta per chi non ha mai fatto gare di durata. Un gran divertimento.”