INTERVISTA A ROBERTO CARINELLI VINCITORE NELLA RACE ATTACK 1000

Era una sfida quella di Roberto e di tutto il suo team: salire in sella a una 1000 dopo aver corso per anni in 600

Il "motivarore" è suo fratello Omar che lo convince a buttarsi con entusiasmo in questa nuova avventura senza pensare troppo all'età o alla nuova cilindrata. Ed è subito podio

Proveliberemoto

"Cha partenza ragazzi! Davvero non me l'aspettavo, siamo andati davvero forte – racconta Roberto -. E' una nuova esperienza ma direi che meglio di coì non poteva andare. Sono davvero felice per questo primo podio e voglio ringraziare tutti ma soprattutto Omar, "frate" per me e per il team".

 Roberto Carinelli stravince a Franciacorta ma si può dire un veterano dei Trofei MES e ci spiega il perché

“Corro nel trofeo dagli inizi del 2000 perché secondo me questo è il trofeo perfetto per chi si vuole divertire in sicurezza senza sostenere spese folli. Certo, il 90% dei ragazzi non hanno grandi sponsor quindi ci si deve limitare un po' su tutto, dalle prove libere alle gomme, alle preparazioni delle moto. D’altro canto però le piste sono vicine e le gomme, per esempio nella categoria Race Attack in cui corro, si consumano molto meno di altre. La cosa più importante però è l'ambiente Paddock dove sembra davvero di essere a casa e dove dopo le prove o le gare ci sta sempre una bella stretta di mano una birra con tutti, non importa se pochi minuti prima si è fatto a sportellate”.

Nel 2015 Roberto rientra in pista dopo alcuni anni di assenza

“Ho voluto dedicarmi alla famiglia, così dopo la nascita del secondo figlio mi sono ributtato nella mischia. A 41 anni però ero curioso di vedere come avrei reagito e quindi è stato come una specie di esordio. Una volta salito in sella mi sono chiesto come avessi fatto a rimanere lontano dalla pista così a lungo.  Dopo un avvio di stagione un po’ sotto tono mi sono convinto che l’unico modo fosse dare il 1000 per 1000 senza preoccuparsi troppo del risultato, ed è arrivata la svolta: ho vinto tutte le ultime tre corse, quindi 6 manche con pole position giri veloci e condizioni fisiche perfette, Modena, Cervesina e Franciacorta sono state spettacolari, anche se non sufficienti per vincere il Trofeo”.

La vittoria nel 1° Round dei Trofei MES è importante e Roberto si gode questo momento senza dimenticare che la stagione è ancora lunga e difficile

“Come per il 2015 parto con i piedi ben piantati a terra, anche perché è come ripartire di nuovo da zero, in quanto quest'anno abbiamo cambiato categoria passando alla 1000 con un KAWA ZX-10R affrontando situazioni nuove come l’elettronica e sicuramente molti cavalli in più da gestire. Cercherò comunque di dare il massimo come ho sempre fatto e di allenarmi ancor di più per reggere il confronto con i giovanotti. Se devo proprio azzardare una previsione diciamo che sarei felice di stare nei primi 5 della classifica generale. L’ importante però è divertirsi poi, se i risultati arriveranno, saremo felicissimi. Parlo al plurale perché chi mi ha spinto ad accettare questa sfida sono mio fratello e Pedro detto Uccio, che mi segue da sempre. In realtà convincermi non è stato difficile perché le moto sono il mio anti stress più efficace. Nei due giorni di gara stacco veramente la spina da tutto il resto godendomi la musica dei motori e il profumo della benzina come quando ero bambino assieme a mio padre. E poi se non avessi accettato di tornare in pista cosa avrebbe detto la mia ombrellina ufficiale? E’mia figlia e non permette a nessun altro di sostituirla in questo ruolo a cui tiene tantissimo”.

Sull’onda dei ricordi Roberto si sente di lanciare un messaggio ai giovani piloti che decidono di assecondare la loro passione

“La cosa più bella che accomuna tutti noi è un’unica passione, la motocicletta, quindi perché non far sì che il sogno che si ha nel cassetto fin da piccoli si possa realizzare? Alle nuove generazioni consiglio di rinunciare ad un paio di jeans o di scarpe nuove e di buttarsi in pista il prima possibile perché questo vi salverà dal rischio che c'è sulle strade. Lo dico perché nel 1997 mi è capitato un bruttissimo incidente in moto, e da lì ho capito che era giunto il momento di smettere di fare lo scemo per strada e di quanto fosse meglio mettere le ruote tra i cordoli per fare parte di questo splendido mondo delle corse……e via di gasss”.